DOMICILIARITÀ
PSICHIATRICA
Servizio di prestazioni domiciliari socioriabilitative secondo un progetto di intervento individualizzato a favore di persone affette da malattia mentale per l’azienda ulss n. 8 berica.
Il servizio domiciliare è rivolto a persone affette da malattia mentale seguite dai servizi del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda ULSS 8 Berica e garantisce la realizzazione dei seguenti obiettivi generali:
- Garantire agli utenti un supporto socio-riabilitativo ed educativo a domicilio
- Aiutare gli utenti nello sviluppo affettivo, cognitivo ed emozionale
- Facilitare gli utenti nella ricerca di un rapporto sereno con l’ambiente sociale di appartenenza
- Favorire l’integrazione sociale degli utenti
Il Servizio è rivolto a:
- Pazienti al termine di un percorso riabilitativo più o meno lungo che veda nella domiciliarità il vertice di maggior autonomia personale e di minimo utilizzo delle strutture psichiatriche. In questi casi la domiciliarità può essere rappresentata dalla famiglia d’origine (rientro a casa) oppure da una nuova soluzione abitativa, sia singola, sia in convivenza con altri;
- Pazienti affetti da importante patologia psichiatrica in fase di stabilizzazione psicopatologica, con o senza percorsi riabilitativi precedenti, per i quali la permanenza nel proprio domicilio appaia come la soluzione più opportuna per il benessere della persona. In questi casi gli interventi dovranno mirare, oltre al supporto socio-riabilitativo, a ridurre i rischi da evitamento, esclusione sociale e da ulteriori perdite di abilità del paziente.
Gli interventi si possono svolgere a casa, in giorni e orari fissi concordati con il paziente oppure possono anche essere extradomiciliari o extradomestici in base al progetto di intervento riabilitativo stabilito con lo psichiatra di riferimento.
Gli ambiti riabilitativi di intervento riguardano principalmente le seguenti aree: abitare supportato e socializzazione supportata.
“Il concetto di domiciliarità va oltre quello di “casa” e della sua gestione: esprime la storia, la cultura, gli affetti, le abitudini e i bisogni di chi in quella casa e in quel territorio vive.
Non si può pensare alla domiciliarità di una persona con autonomie limitate senza tenere conto delle relazioni con la sua famiglia allargata, con l’ambiente sociale, con i servizi sanitari e assistenziali di cui può fruire.
A sua volta al sistema di servizi pubblici e del privato sociale viene richiesto di favorire e garantire il benessere delle persone nei loro luoghi di vita con azioni e servizi integrati e non con semplici prestazioni “ad ore”.
Il sostegno alla domiciliarità insomma riguarda una pluralità di soggetti e una pluralità di politiche e non si esaurisce con l’attivazione e/o il potenziamento di servizi domiciliari, ma riguarda la valorizzazione delle relazioni, supportando le risorse proprie di ogni persona, della rete familiare e della comunità locale.
Il benessere del singolo quindi non può essere mai svincolato dal suo “essere parte di”.
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